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Ferrara, in bici alla scoperta del mondo Barone: «Pronto a nuove sfide»

Nicolas Stochino
Ferrara, in bici alla scoperta del mondo Barone: «Pronto a nuove sfide»

Ha percorso 100mila chilometri, domani (venerdì 14 giugno) presenta il suo libro

13 giugno 2024
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Ferrara Trepidante attesa per il ritorno di Lorenzo Barone a Ferrara, ospite della serata in programma domani (14 giugno)  alle 19 nella sede dell’associazione Nuova Terraviva (via delle Erbe 29, Ferrara). L’avventuriero umbro, conosciuto sui social per le sue imprese in bici che lo hanno portato a visitare 64 Paesi nel mondo, è sbarcato in libreria con “Dove finisce l’orizzonte” (ed. Sperling & Kupfer). In attesa dell’incontro, il cicloviaggiatore Lorenzo Barone si racconta ai lettori della Nuova.

Perché ha scelto la bicicletta per i suoi viaggi?

«La usavo come mezzo di trasporto nella mia quotidianità, per esempio per raggiungere i miei amici nel paese a dieci chilometri da casa mia in cui ci trovavamo per fare parkour. Mia madre me l’aveva regalata al posto del motorino per cui per me salire in sella e pedalare era la quotidianità».

Dal 2015 è iniziato il percorso che ad oggi l’ha portata a macinare oltre 100mila chilometri.

«A giugno del 2015 sono partito per il Portogallo, nel mio primo viaggio di 8.000 chilometri durato circa 3 mesi. Dopo aver finito le superiori nel 2016, sono salito nuovamente in sella per un viaggio invernale in Europa, passando per l’Islanda, la Lapponia e la Scandinavia. Sono stati 8 lunghi mesi in cui ho pedalato per più di 15.600 chilometri».

Durante uno di questi viaggi ha conosciuto colei che poi è diventata sua moglie.

«Sì, ci siamo conosciuti nel 2020 e ci siamo sposati all’inizio dell’anno dopo. In quel periodo mi trovavo nell’estremo est della Russia, in Jacuzia per la precisione, dove stava anche lei. Era in pieno periodo Covid e sono rimasto lì per un anno e mezzo».

Come si prepara fisicamente a queste avventure?

«Non ho mai fatto particolari allenamenti mirati, mi piace allenarmi a corpo libero. Da un anno a questa parte è terminata la passione per la bici in sé per sé. Il mio vero obiettivo è sempre stato quello di viaggiare, utilizzando la bici come mezzo di trasporto. Nell’ultimo periodo ho quindi iniziato a diversificare le attività per continuare a viaggiare ma in maniera differente».

Tipo il suo ultimo viaggio in Nord Europa.

«Esatto, oltre alla bici mi sono spostato anche a piedi, trainando la slitta con gli sci e in kayak. È proprio mentre remavo che mi sono accorto della grande fatica che provavo a livello di braccia, per cui una volta tornato ho iniziato ad aumentare l’allenamento anche per quel tipo di sforzo».

Quante biciclette ha cambiato in questi anni?

«Ne ho utilizzate diverse, ma le principali sono 3. Prima di tutte quella di mia mamma che mi ha accompagnato sin dall’inizio, che ho poi sostituito con una Surly, una bici da viaggio semplice ma robusta e che ho portato con me per circa 60mila chilometri. L’ultima invece ce l’ho dal 2021 e appena l’ho presa sono partito per tentare di percorrere la strada più lunga del mondo, che ho però sospeso in Mongolia dopo 20.733 chilometri».

Com’è nato il libro?

«È una cosa che pensavo di fare da tempo, spinto anche dal parere di amici e di chi mi segue sui social. Ho ricevuto una proposta da Sperling e dopo un anno ho accettato. Sui social pubblico foto e video che indubbiamente racchiudono i ricordi dei miei viaggi, ma in questo libro ho potuto mettere su carta i racconti delle avventure».

Progetti per il futuro?

«Ho diverse idee, e l’obiettivo resta sempre quello di diversificare per riuscire ad adattarsi a tutti gli ambienti senza limitarmi a un solo mezzo».

Per l’incontro di domani è necessaria la prenotazione su Eventbrite.l

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