La Nuova Ferrara

L'intervista

Libri, Marcello Simoni torna esoterico

Davide Bonesi
Libri, Marcello Simoni torna esoterico<br type="_moz" />

Oggi esce “L’enigma del cabalista”, un thriller ambientato a Napoli. «Sottofondo pagano e simbolico e un nuovo personaggio, Basilio»

25 giugno 2024
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Comacchio E' uscito oggi (25 giugno) in tutte le librerie d’Italia e online “L’enigma del cabalista. Un’indagine del templare Basilio Cacciaconti”, nuovo romanzo di Marcello Simoni, edito da Newton Compton. L’autore lagunare presenta un nuovo personaggio, Basilio, ambientando questo thriller a Napoli. Già il titolo fa capire che il mistero è alla base della storia che, come sempre avviene con Simoni, è sì inventata, ma non nella ricostruzione dei luoghi e nei riferimenti storici, per i quali ha scelto un periodo preciso.


«Dopo tanti anni - racconta Simoni alla Nuova Ferrara - ho scritto un thriller che tocca i temi della religione. Era di fatto dai tempi del “Mercante” (suo romanzo d’esordio di grande successo che gli è valso il Bancarella, ndr) che non parlavao di esoterismo, con un sottofondo pagano e simbolico. È protagonista un templare rinnegato, un uomo dal passato oscuro, che arriva a Napoli per indagare su ordine di un prelato che si trova in Francia. Siamo nei primi anni del XIV secolo, il periodo di inizio della “cattività” avignonese, uso il termine “cattività” perché rende bene lo stato d’animo dei religiosi e del pontefice».


Nel precedente “Morte nel chiostro” erano due i protagonisti, entrambe donne, una prima volta per Simoni, che si ripete ne “L’enigma del cabalista”. «Vero, c’è un personaggio femminile molto forte, Samira, figlia di un cabalista. È forte sia come presenza nella trama che per il suo carattere diciamo “ingombrante”. È una donna di intrigo e ha un ruolo fondamentale nella trama, è la figlia del cabalista che dà il titolo, personaggio sfuggente, prigioniero nella torre dei domenicani a Napoli, quindi la figlia è l’unica possibile mediatrice e avrà un forte ascendente sul protagonista, Basilio. I personaggi femminili danno un’enfasi particolare, quel concetto e quella dimensione dell’intrigo che non appartiene alle figure maschili, loro danno sempre un tocco di imprevedibilità alla trama, le reazioni di fronte alle circostanze è sempre particolare».


Un ruolo chiave nella storia ha Napoli: «Avevo descritto già quella del 1200, la Napoli sveva, questa è una Napoli gotica, francese, quella degli angioini, si veste di colori totalmente diversi. È sempre stata città fortemente esoterica poi ha questa caratteristica, non sua peculiare, di svilupparsi su due piani, anche nel sottosuolo come Parigi. In superficie ha edifici molto alti, già durante il Medioevo le costruzioni erano su 2-3 piani perché la popolazione era numerosa, poi ci sono le catacombe, come Parigi e anche Roma, ma è un’area più vasta e intricata, con parti chiuse, murate, inesplorate; un sottosuolo che ha davvero un fascino notevole».


A una presentazione di “Morte nel chiostro” Simoni ha parlato di come si stia appassionando a variare genere, acquisendo a ogni libro importanti strumenti in più. «Confermo, ogni romanzo è un’opportunità per maturare nello stile e per valutare le potenzialità e le commistioni del genere, vedere come il giallo si innesta al thriller e ai romanzi storici d’avventura, capire come giocare con i ritmi della narrazione, i dialoghi, l’entrata in scena dei personaggi, che devono apparire il più naturale e sciolti possibile, ma non è semplice rendere queste atmosfere. Sono al trentesimo romanzo, diventa davvero un esercizio di stile, devo maturare e variare la mia ottica sulla narrativa ogni volta, non posso ripetere le cose che scrivevo dieci anni fa. Ma sono tutti generi che hanno ancora tantissimo da dare e poi si devono superare i limiti legati alla definizione di genere: non credo valga la pena inquadrare gli autori per genere, penso a Vargas, Lansdale e altri. Si lavora sullo stile, la trama, il linguaggio, l’introspezione umana, nessuno credo si metta a scrivere dicendo voglio fare un giallo o un thriller. E devo dire che molti lettori notano e apprezzano come cambio il linguaggio o le trame». 

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