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L'esposizione

Ferrara Arte, a Palazzo Diamanti i magnifici quattro del nostro Rinascimento

Marco Nagliati
Ferrara Arte, a Palazzo Diamanti i magnifici quattro del nostro Rinascimento

Dal 12 ottobre al 16 febbraio la mostra “Il Cinquecento a Ferrara”. In parete 120 opere di Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e Giovanni Luteri detto Dosso Dossi. Sgarbi: «Tornare all’antico, un’ impresa fortemente voluta»

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Ferrara Pennellate possenti sulla storia di Ferrara. Quella che lega Ercole I d’Este ad Alfonso (1505-1534). «L’attesa è terminata» esclama Marco Gulinelli, assessore alla cultura. Tra meno di un mese Palazzo dei Diamanti ospiterà la mostra “Il Cinquecento a Ferrara: Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso”. Si tratta dell’affascinante seconda tappa di un ambizioso progetto iniziato nel 2023 con la proposizione delle opere di Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. E che proseguirà nel 2025 con Girolamo da Carpi e il Bastianino, giusto per citarne alcuni.

Intanto, dal 12 ottobre, ecco un poker d’assi della pittura rinascimentale ferrarese. Il quadro in tre atti di Ferrara Arte vuole riproporre il tessuto culturale e artistico della nostra città (1471-1598) passando da Borso ad Alfonso I d’Este: la stagione compresa tra l’elevazione della città a ducato e il passaggio della dinasta estense a Stato Pontificio. La mostra di quest’anno ripercorre le vicende artistiche del primo Cinquecento a Ferrara, con Alfonso d’Este committente raffinato e di grandi ambizioni. La scomparsa della generazione di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti aveva lasciato Ferrara alle prese con la difficile sfida di un ricambio ad alto livello.

Nel 1496 la scelta di ingaggiare Boccaccio Boccaccino indica la volontà di adottare un linguaggio moderno. Si sviluppa così una nuova scuola, più aperta agli scambi con altri centri. È l’era di Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e Giovanni Luteri detto Dosso. Sono questi i maestri che verranno esposti nella rassegna ai Diamanti.

Si tratta di 120 opere provenienti da più prestigiosi musei del mondo e da collezioni private. Qualche esempio? Il Louvre di Parigi, Amsterdam, Cambridge, gli Uffizi di Firenze, Roma, le statunitensi Lewisburg e Philadelphia.

«Un ulteriore sogno portato avanti – srotola la soddisfazione Gulinelli –; celebriamo il Rinascimento nella sua città: Ferrara. Un’ampia e ambiziosa indagine culturale e artistica sui fasti degli Este. Apriamo una porta sul nostro passato. La mostra vede luce grazie a un’idea straordinaria di Vittorio Sgarbi». Aggiunge il critico, presidente della Fondazione Ferrara Arte: «È una grande impresa che ho fortemente voluto. Dopo tante proposte su ’800 e ’900 ho pensato che si potesse tornare all’antico: portare il Rinascimento nel palazzo del rinascimento». Ovvero palazzo Diamanti. Un’impresa si comprenderà non banale, vista la mole di opere richieste e il loro valore. Accordi e garanzie, ricerche e credibilità.

«Per noi è un miracolo vedere arrivare da luoghi distanti tutti questi capolavori – conferma Pietro Di Natale che di Ferrara Arte ne è il direttore –; la mostra parte da lontano: dal settembre 2020. Dietro un percorso studiatissimo c’è davvero tanto lavoro». L’allestimento è stato minuziosamente curato da Michele Danieli, che ieri in Sala Estense durante la presentazione ne ha spiegato la filosofia: «È in stretta continuità cronologica con la precedente proposta su de’ Roberti e Costa, ma questo è un mondo diverso. Si sviluppa la grande era di Alfonso I d’Este». Si raccontano, dunque le vicende artistiche che viaggiano dal 1505 al 1534. Col Mazzolino, pittore dall’estro bizzarro che orienta il suo linguaggio in senso anticlassico: guardando alla pittura e alle incisioni tedesche. Con l’Ortolano, portavoce di un naturalismo convinto e sincero. Col Garofalo, il principale interprete locale della “maniera” di Raffaello. Col Dosso che sviluppa uno stile originale, colto e divertito, influenzato tanto da Giorgione e Tiziano quanto dalla Roma di Michelangelo. «Cultura, arte e storia per ricordare non solo quello che è stato ma per costruire anche il futuro» chiosa l’assessore Gulinelli. Una Ferrara intrisa di bellezza. In una mostra che mescola antico e moderno nella quale il sacro e il profano, il romanzo e la fiaba, si fondono in un mondo figurativo. Sognante e lirico.

La scheda

La mostra “Il Cinquecento a Ferrara: Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso” aprirà a Palazzo Diamanti sabato 12 ottobre e terminerà domenica 16 febbraio 2025. Sarà aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30: la biglietteria chiude un’ora prima. Aperto anche l’1 novembre; l’8, il 25 e 26 dicembre; l’1 e il 6 gennaio 2025. Le tariffe (audioguida/radioguida inclusa): intero 15 €, ridotto e gruppi 12€, family 10€, speciale giovani 9€, scuole 5€, open/regalo 18€. Il biglietto online è acquistabile all’indirizzo palazzodiamanti.it oppure vivaticket.com solo per singoli visitatori; non rimborsabile né modificabile. Prevendita 1,5€. Si può ottenere il tagliando anche attraverso le proposte turistiche inferrara.it e myfecard.it. Prenotazione gruppi allo 0532 244949. La mostra consta di 120 opere ed è organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio musei d’arte del Comune, in collaborazione con la Direzione generale musei Ministero della cultura. Ha il patrocinio del Ministero della cultura e della Regione Emilia Romagna.

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