La Nuova Ferrara

La storia

Quando Pezzali e Repetto si raccontarono a Ferrara. Su Sky la serie sugli 883

Quando Pezzali e Repetto si raccontarono a Ferrara. Su Sky la serie sugli 883

“Hanno ucciso l’uomo ragno” in televisione. Repetto: «Che effetto sentire “Non me la menare” dalle finestre dell’università»

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara È uscita “Hanno ucciso l’uomo ragno”, la serie Sky che racconta le origini degli 883 e quegli anni a cavallo tra la fine degli Ottanta e l’inizio dei Novanta. “Hanno ucciso l’uomo Ragno-La leggendaria storia degli 883” è una serie di Sydney Sibilia (Smetto quando voglio, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, Mixed by Erry), con protagonisti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni di Max Pezzali e Mauro Repetto. Entrambi, in occasioni diverse, sono passati da Ferrara negli ultimi anni. Il primo è stato ospite del Ferrara Summer Festival e con le sue hit ha fatto cantare tutta piazza Trento Trieste; il secondo al Teatro Comunale Abbado ha presentato “Non ho ucciso l’uomo ragno”, biografia edita da Mondadori scritta con Massimo Cotto (compianto giornalista e dj spirato lo scorso agosto).

GLI ANNI

«Sentivo che raccontare la mia storia – aveva spiegato Repetto alla Nuova - era la cosa giusta per me. È stato come fare ordine nella cameretta. A un certo punto arriva il momento in cui si devono sistemare le cose; qualcosa si conserva e qualcosa si butta per fare spazio a ciò che verrà. È un po’ come quando si ritrovano vecchi giocattoli, magari sono rimasti per anni sotto la polvere ma tu ci sei ancora affezionato e capisci che è arrivato il momento di riscoprirli e lucidarli. Ecco io ho voluto fare così col mio passato».

LA SERIE

La serie Hanno ucciso l’uomo ragno è ambientata a Pavia alla fine anni Ottanta. Max, un appassionato di fumetti e musica americana, è un anticonformista in una città priva di motivi per ribellarsi. Dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, viene inevitabilmente bocciato. Questo fallimento si rivela però una svolta cruciale: nel nuovo liceo conosce Mauro, che diventa il suo compagno di banco. La passione per la musica li rende inseparabili e, grazie alla forza trascinante di Mauro, Max scopre e abbraccia il suo talento. Insieme, iniziano a comporre le prime canzoni che saranno prodotte da Claudio Cecchetto.

NON ME LA MENARE

«Io e Max – aveva continuato Repetto nell’intervista - eravamo due ragazzi normali, frequentavamo l’università. Ricordo che una mattina mentre andavo a lezione sentii da una delle finestre dell’ateneo “Non me la menare” e mi fece un effetto incredibile. Sentire quel brano, il nostro brano, uscire dalle finestre di un luogo così tradizionale e rigoroso fu molto impattante per me. Lo ricordo bene».

ROTTA PER CASA DI DIO

Poi in piena ascesa, dall’oggi al domani, Repetto decise di fare i bagagli e partire per gli Stati Uniti. «Per noi ragazzi degli anni Ottanta – aveva spiegato - il sogno americano era veramente un sogno e quindi lasciai l’Italia per Los Angeles, città che mi aveva sedotto in maniera quasi cosmica. Le canzoni che sentivamo alla radio, i film che vedevamo al cinema, gli attori, Hollywood… quel mondo faceva parte del nostro immaginario. Viverci non fu facile, ad un certo punto decisi di lasciare tutto e ripartire dall’Europa e mi trasferii a Parigi».