Fantoni protagonista a Ferrara: «Io, ragioniere come Ugo Fantozzi»
Da domani a domenica il comico porta in scena la maschera di Villaggio
Ferrara Gianni Fantoni, comico ferrarese eletto erede di Paolo Villaggio, sarà protagonista da domani a domenica al Teatro Comunale Abbado (corso Martiri della Libertà, 5) con “Fantozzi. Una tragedia”. Quattro atti tragicamente esilaranti e un sorprendente epilogo, in uno spettacolo che porterà in scena lo straordinario universo di storie e personaggi scaturito dalla penna di Paolo Villaggio. In attesa delle tre repliche, Fantoni si racconta alla Nuova Ferrara.
Qual è stata la scintilla che l’ha fatta innamorare di Paolo Villaggio e del personaggio di Fantozzi?
«Alle medie, il mio professore di italiano era un grande appassionato di Villaggio e lo imitava spesso. In quel momento mi sono incuriosito e ho iniziato a leggere i libri e a guardare i film, scoprendolo capitolo dopo capitolo e diventando dapprima fan, poi imitatore, collega e infine erede».
Ha parte all’ultimo capitolo “Fantozzi 2000”.
«Ci siamo incontrati per la prima volta nel ’91 grazie ad Antonio Ricci. È sempre stato molto carino e da quella volta poi ci siamo rivisti un altro numero indefinito di volte nel corso di 30 anni, non ultimo durante registrazione del capitolo finale della saga di Fantozzi in cui recito anche io. Infine c’è stata la frequentazione obbligata durata un paio di anni durante la quale abbiamo discusso su come fosse possibile portare a teatro Fantozzi».
È così che è nato “Fantozzi. Una tragedia”?
«All’inizio avevo l’idea di farne un musical, e Villaggio aveva anche accarezzato questa folle proposta. Le cose sono poi cambiate, tra diversi problemi e la pandemia. Nel 2016 ho acquistato e acquisito i diritti, che fanno ancora capo a me, dopo otto anni siamo riusciti a farne uno spettacolo di prosa, con la regia del torinese Davide Livermore, uno dei registi più quotati al mondo».
Che spettacolo è?
«È l’interpretazione dei primi tre capitoli. I personaggi classici della saga ci sono tutti, ma li abbiamo trasportati in un universo parallelo, per cui non è una copia, bensì una versione alternativa. Io stesso sono stato imitatore per tanti anni, ma questa volta mi cimento in una reinterpretazione, diventando l’unico Fantozzi. Metto dentro alla performance tutte le cose che sono analoghe al personaggio. Come Fantozzi, io sono ragioniere e ne condivido il fisico».
Fantozzi resta un personaggio attuale. Qual è il segreto secondo lei?
«Il segreto innanzitutto è l’immenso talento di Villaggio come attore comico. La saga Fantozzi in quanto tale parte nel momento in cui Villaggio mette alla berlina un certo tipo di società nell’anno in cui viene proiettato al cinema il primo film, svelando un lato sociale dell’Italia che nessuno aveva ancora sottolineato. Ne scaturisce un impatto fortissimo con milioni di copie vendute e incassi da capogiro al botteghino, mantenendo il primo posto per quasi un anno».
Chi sarebbe Fantozzi oggi?
«Il modello Fantozzi come impiegato non esiste più, perché di fatto il mondo del lavoro si è trasformato tantissimo. Oggi i Fantozzi girano in bicicletta e consegnano gli ordini fatti sulle piattaforme di delivery. Fantozzi non cercava nemmeno di ribellarsi, l’unica volta che ci ha provato non ce l’ha fatta. Adesso il sistema invece è molto più furbo perché ha inventato i social, i quali danno l’illusione di poter contare qualcosa».
Questo weekend gioca in casa. Che emozione si prova?
«I ferraresi mi hanno sempre vissuto non sapendo bene cosa facessi o cosa fossi. Questa sarà la prima occasione in cui riuscirò a esibirmi al Comunale in 30 anni di carriera».
Domani e sabato inizio ore 20.30, domenica ore 16. Info: tel. 0532.202675.