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La storia

Ducati che passione, a Ferrara padre e figlio le restaurano

Margherita Goberti
Ducati che passione, a Ferrara padre e figlio le restaurano

Giorgio ha 88 anni ma si concede ancora qualche giretto per le vie del paese. Lui e Mauro in officina tra riparazioni e collezioni

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Marrara Mauro Gessi ha un’officina meccanica e ama le Ducati. Nel suo garage a Marrara ripara modelli storici, bellissimi e senza tempo. Al suo fianco, nonostante la carta d’identità segni anni 88, c’è papà Giorgio, anche lui grande appassionato di Ducati. «Mio padre – dice sorridendo – si concede ancora qualche giretto in sella per le vie del paese. È stato lui a trasmettermi la passione per le moto ed ora, eccoci qua. Ancora insieme». Nell’officina di Mauro ci sono una quarantina di modelli, tutti funzionanti, di motociclette risalenti alla fine degli anni Quaranta del Novecento.
«Tra tutti però – spiega – c’è un modello a cui sono particolarmente affezionato, si tratta della Ducati del 1978 con la quale il pilota inglese Mike Hallwood vinse il Tourist Trophi, la gara più dura che esiste». Di quel modello ne esistono appena quattrocento esemplari al mondo e Mauro ha il numero 299. «Dopo anni di ricerche sono riuscito a trovarlo e ad acquistarlo ne vado fiero». La passione per le moto lo accompagna ormai da sempre e oltre a tenersi in contatto con altri collezionisti tramite la rete, non perde occasione per partecipare a mercatini, mostre e fiere di settore.
«Non tutti sanno che la gloriosa storia della Ducati è cominciata a Comacchio, grazie all’ingegner Antonio Cavalieri Ducati». E ancora: «Insieme ai suoi tre figli Adriano, Bruno e Marcello nel 1926 fondò la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati sfruttando la rivoluzionaria invenzione del primogenito Adriano che consisteva nel condensatore radio “Manens” capace di collegare l’Italia agli Stati Uniti con una potenza inferiore di quattro volte e mezzo, rispetto al predecessore, inventato niente meno che da Guglielmo Marconi. Fu un grande successo anche se con la moto non aveva niente a che fare». Gessi conosce ogni particolare della storia della Ducati e il racconto prosegue ricordando che nel 1936 la fabbrica situata a Borgo Panigale (Bologna) inizia a produrre apparecchiature radiofoniche, interfoni, proiettori, macchine fotografiche… “Non potevo esimermi dal collezionare anche questi modelli – dichiara – ed infatti possiedo una decina di radio, alcuni rasoi ed altri manufatti che porto nelle fiere destando la meraviglia dei visitatori”. La seconda guerra mondiale però converte la produzione da civile a militare specializzandosi ad esempio nei cannocchiali in dotazione alla marina militare tedesca.
«Un bombardamento tedesco del 1944 distrusse completamente lo stabilimento ma – prosegue Gessi – l’azienda in gran segreto progetta nuovi prodotti da immettere nel mercato post bellico e alla fiera di Milano del 1946 viene presentato Cucciolo, un motore monocilindrico da applicare alle biciclette, economico, leggero, geniale nella sua semplicità. Il primo passo verso la moto Ducati... Oggi – conclude l’appassionato – Ducati è un simbolo di made in Italy nel mondo, è una certezza».

Margherita Goberti

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