La Nuova Ferrara

Sotto i riflettori

“Hasta siempre” in scena a Ferrara: «Un testo che ho amato da subito»

Nicolas Stochino
“Hasta siempre” in scena a Ferrara: «Un testo che ho amato da subito»

Martedì 18 marzo all’Abbado l’incontro immaginario tra Maradona e Mercedes Sosa

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Ferrara Martedì 18 marzo il Teatro Comunale Abbado di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 5) ospiterà "Hasta Siempre Maradona y Mercedes", uno spettacolo di teatro-canzone scritto e interpretato da Cosimo Damiano Damato e Simona Molinari. Il dialogo immaginario tra Diego Armando Maradona e Mercedes Sosa dà vita a un racconto fatto di arte, sentimenti, lotte e rivoluzioni. In attesa della serata, Simona Molinari si racconta ai lettori de la Nuova.
Come nasce l’idea di riprendere l’opera di Sosa?
«L’idea è nata da Cosimo Damiano Damato, che inizialmente aveva pensato a uno spettacolo interamente su Maradona. Io avrei dovuto occuparmi solo della parte musicale, ma ho sentito la necessità di far aggiungere una voce femminile e di dare spazio a una figura altrettanto iconica come Mercedes Sosa. Cosimo ha scritto il suo ruolo in una sola notte e, leggendo il testo la mattina dopo, me ne sono innamorata. Mercedes era una donna che cantava il ritorno all’umanità, la lotta contro le ingiustizie e la ricerca della pace. Fu arrestata e costretta all’esilio, ma la sua voce non si spense mai».
In Italia non è così conosciuta come altrove. Cosa l’ha colpita maggiormente?
«La sua storia mi ha conquistata prima ancora della sua musica. Conoscevo alcune delle sue canzoni, ma non le avevo mai collegate alla sua esperienza personale. I suoi testi hanno una forza universale e, purtroppo, sono ancora estremamente attuali. Questo spettacolo mi ha dato un nuovo senso nel cantare: ho scoperto come la voce possa essere anche uno strumento di divulgazione, non solo musicale».
Crede che oggi la canzone d’autore possa ancora avere un ruolo politico e di cambiamento?
«Assolutamente sì. Una canzone d’autore è una piccola opera d’arte, come un quadro o un libro. L’arte ha il potere di rendere comprensibili concetti complessi, di farci riflettere attraverso l’emozione. Quando una canzone riesce in questo, ha raggiunto il suo scopo più alto».
Quale momento dello spettacolo la emoziona di più?
«Ce ne sono diversi, ma il più intenso è sicuramente quando Mercedes deve lasciare la sua patria. Il dolore dell’esilio, la sofferenza della lontananza, la depressione che ne deriva. Ogni sera rivivo quelle emozioni con intensità».
Tra le canzoni in scaletta c’è "Gracias a la vida". Lei per cosa ringrazia la vita?
«Le cose semplici, quelle con cui nasciamo e che spesso dimentichiamo di proteggere. Ringrazio per la capacità di ascoltarmi, di riconoscere ciò che è autentico e profondo. Troppo spesso ci lasciamo distrarre da ciò che ci allontana da noi stessi».
Ha vinto due Targhe Tenco. Cosa rappresentano?
«Un riconoscimento bellissimo, soprattutto per un progetto che ho voluto e che mi ha messo alla prova. Questo premio è il simbolo della mia tenacia e mi ha restituito fiducia nel mondo della musica».
Il 18 marzo sarà la sua prima volta a Ferrara. Che aspettative ha?
«Non sono mai stata a Ferrara, ma ho sentito parlare benissimo del suo pubblico e del Teatro Comunale, che ha una grande tradizione. Sono emozionata e ho un po’ di ansia da prestazione, che mi accompagna sempre nonostante gli anni di carriera».Per informazioni e posti: tel. 0532.202675.