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Da Venezia a Ferrara coast to coast

Da Venezia a Ferrara coast to coast

Il viaggio a ritmo lento. Ecco la tappa da Mesola alle mura della città della guida “Ducato Estense” di Baschieri e Guerrieri

16 luglio 2024
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Mesola Immaginatevi di andare da Venezia a Ferrara attraverso un percorso slow. La prima tappa è quella che da Mesola porta in città e la ripercorriamo grazie alla guida “Ducato Estense Coast to Coast: un viaggio lungo 1000 anni sulla strada dei duchi”. È stata scritta da Andrea Baschieri e Lorenzo Guerrieri ed è edita da Artestampa (www.artestampa.it, costo 17 euro).

Quella che ci aspetta è una tappa non troppo lunga e priva di difficoltà. Protagonista assoluto è il Po che risaliremo fedelmente fino quasi a Ferrara. Il più grande fiume italiano passava proprio all’interno della città ma intorno al XII secolo, l’alluvione nota come “Rotta di Ficarolo” provocò lo spostamento dell’alveo principale più a nord, dove si trova attualmente. Il percorso è prevalentemente su ciclabile fatta eccezione solo per un breve tratto di provinciale che porta ad Ariano Ferrarese.

Si parte da Mesola e, prima di lasciare il paese, è obbligatorio un ultimo giro intorno al castello con la sua splendida piazza. Si risale l’argine del Po di Goro e lo si segue assecondandone tutte le sue sinuosità. Dopo circa 3,5 km si prende a destra una vecchia strada non più utilizzata che ricalca il letto del fiume per sbucare sulla provinciale qualche chilometro più avanti. Giunti ad Ariano si abbandona la strada per proseguire lungo la ciclabile posta sull’argine fino a raggiungere il Po in località Serravalle, proprio dove il grande fiume si divide dando vita al Po di Goro e al Po di Venezia.

La tradizione identifica l’attuale corso del fiume come conseguenza della “rotta di Ficarolo” una disastrosa alluvione che sconvolse il corso del Po a metà del XII secolo. In realtà è più probabile si sia trattato di una serie di rotte malgovernate e accadute nell’arco di circa vent’anni. Fra le possibili cause dello spostamento, studi recenti hanno dimostrato che anche il disastroso terremoto del 1570 potrebbe aver avuto un ruolo determinante. Sta di fatto che il nuovo tracciato del Po deviò progressivamente più a nord portando così Ferrara a trovarsi al di qua del fiume e separandola geograficamente da Rovigo.

Quello che si sta attraversando è un territorio tutto sommato non molto antropizzato e di vocazione fondamentalmente agri cola. Il panorama bucolico e il dolce scorrere delle acque sembrano quasi fermare il tempo in un’epoca indefinita. I centri abitati che si incontrano lungo l’argine, come Berra, Cologna e Guarda, sono abbastanza piccoli e sembrano uscire da un’altra epoca assumendo, proprio per questo, un fascino particolare.

Poco prima di lasciare il Po si incontra Sabbioni con a fianco il borgo di Fossadalbero e l’omonima “delizia estense” che si può raggiungere con una deviazione di 3 chilometri tra andata e ritorno. L’aspetto è quello di un castello merlato alla maniera guelfa con rivellini e avancorpi; conta 44 grandi stanze con alcuni bei soffitti anche a cassettoni, una cappella ed un giardino interno. Fu fatto costruire dal marchese Niccolò III all’inizio del XV secolo ma venne poi principalmente utilizzato come luogo di incontri di piacere dal figlio Ugo con la giovane moglie del marchese Parisina Malatesta, il cui amore finì tragicamente.

Arrivati a Francolino si saluta il grande fiume per seguire la ciclabile che ci accompagna fin sotto le mura che cingono la città di Ferrara.  

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