Porto Garibaldi: edicolante va in pensione, la figlia raccoglie il testimone
Porto Garibaldi L’edicolante va in pensione: «Il mio un lavoro bellissimo»
Porto Garibaldi «Mi piace molto ancora oggi il mio lavoro, ma dopo 63 anni, alla soglia dei 78 anni, è giunto il momento di passare le consegne e mia figlia Francesca. D’ora in avanti, sarò io il suo collaboratore. Del resto in edicola ho trascorso gran parte della mia vita. È il mio mondo. Conosco tutti i residenti, ma ho fatto amicizia anche con tantissimi turisti. Io e mia moglie non siamo mai andati in ferie. Adesso si vedrà». Parola di Amerigo Vitali, unanimemente conosciuto come Merighino, perché quando la storica edicola “Vitali” venne aperta nel 1961 dalla sorella Ida, per distinguere il giovanissimo edicolante, all’epoca quattordicenne dal marito di quest’ultima Merigo, fu spontaneo introdurre un soprannome con il diminutivo. Ancora oggi Merighino si sveglia alle 5 tutte le mattine, per garantire alle 6, l’apertura dell’edicola, situata in piazza 3 Agosto. I quotidiani arrivano alle 6.20 e, a ruota, anche i primi clienti, tra i quali pendolari e baristi della zona. Qualche tempo fa la tentazione di vendere l’attività si era insinuata tra i pensieri di Vitali, ma «è stata mia figlia a persuadermi, dicendomi dove vai se poi vendi? Il suo è stato un consiglio saggio, perché io sono cresciuto in edicola ed è il mio lavoro ad avermi mantenuto giovane, in salute e per fortuna piace anche a mia figlia e quindi è stato più naturale e semplice cedere a lei l’attività e io sarò sempre al suo fianco».
Sono lontani i tempi in cui Merighino vendeva centinaia di copie di quotidiani tutti i giorni, ma è proprio l’analisi fissata con disincanto dallo storico edicolante a tracciare un quadro autentico della realtà. “Negli anni ’70 in agosto arrivavano in ferie a Porto Garibaldi i comacchiesi torinesi, quelli che erano migrati in cerca di lavoro e all’epoca vendevo trecento copie al giorno de La Stampa».
Al fianco di Vitali c’è da sempre la moglie Angela. «Da ragazzino l’attore Stefano Accorsi – dice Merighino -, quando i suoi genitori gestivano il Bagno Piccadilly, passava, di buon’ora, ad acquistare i quotidiani. L’edicola era punto di riferimento anche per i politici di tutti i partiti perché in tempo di elezioni, quando organizzavano comizi venivano a chiedermi di allacciare il palchetto del comizio alla corrente elettrica della mia attività». Generosità d’animo, passione nel lavoro e una parola ed un sorriso per tutti, ma anche umiltà e semplicità sono i valori che animano da sempre lo storico edicolante.
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