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Il caso

Nel Mezzano “un tesoro” di gas. Ma dai Comuni arriva il secco no

Annarita Bova
Nel Mezzano “un tesoro” di gas. Ma dai Comuni arriva il secco no

Metanodotto da Ostellato a Comacchio passando anche per le zona di pre Parco

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Unione Valli e Delizie I Comuni di Argenta, Ostellato e Portomaggiore hanno detto no alle trivellazioni nel Mezzano dando parere contrario al procedimento di Via.

La società americana Aleanna nei mesi scorsi ha chiesto (ancora) una nuova autorizzazione per un impianto di coltivazione idrocarburi ad Ostellato, nel Mezzano. Sotto quei terreni le ricerche portate avanti dalla società tramite perforazione del 2017 hanno rivelato a quanto pare l’esistenza di un vero “tesoro” e la multinazionale americana conta di poter produrre riserve di gas metano per milioni di metri cubi e l’idea è quella di realizzare un metanodotto che arriva fino al mare, coinvolgendo dunque anche il Comune di Comacchio. Nello specifico il progetto prevede la realizzazione delle opere necessarie alla messa in produzione del giacimento idrocarburi per un totale di circa 154 milioni di mc e la posa e realizzazione di un metanodotto di circa 10 km circa di cui 7, 647 Km nel comune di Ostellato e 2, 338 Km nel comune di Comacchio, arrivando praticamente nel cuore del Parco del Delta. Secono gli amministratori dell’Unione, non ci sono i presupposti perché la concessione venga data.

Perché no Secondo gli amministratori le conclusioni di cui allo studio richiamato, non aggiornate rispetto la nuova formulazione progettuale (in termini quantitativi e temporali) , sono sommarie e poco approfondite rispetto ad una tematica come quella della subsidenza, i cui effetti non sono reversibili nel tempo e che pertanto potrebbero fortemente condizionare il delicato equilibrio idraulico che influenza il precario equilibrio ambientale ed ecologico dei siti naturali presenti nell’area, ma ancora di più la sopravvivenza e l’economia di un territorio basato sull’agricoltura e sulla bonifica.

Non solo, è stato sottolineato come «lo stesso studio non fa alcun cenno alle conseguenze del cambiamento climatico che ha comportato da maggio 2023, il ripetersi di violenti ed estremi eventi meteorici che hanno ulteriormente evidenziato la fragilità del territorio e la precarietà – in alcuni casi anche l’inadeguatezza all’attuale stato di criticità climatica – delle opere di difesa idraulica che consentono la sopravvivenza dei nostri territori e su cui la subsidenza non reversibile, indotta dall’estrazione, è destinata ad aggravare ulteriormente la situazione».

Analogamente, «lo studio di Impatto Ambientale non può non tenere conto del fatto che tra gli effetti dei cambiamenti climatici, il nostro territorio risulta particolarmente vulnerabile rispetto al fenomeno della siccità che va ad aggravare il problema già critico dell’ingressione del cuneo salino, con conseguente salinizzazione delle acque sotterranee e del suolo, nonché compromissione di habitat naturali ed agricoli». Infine, «lo scenario estrattivo di sfruttamento del sottosuolo del Mezzano non rientra in alcun modo nelle strategie di sviluppo territoriale delle amministrazioni comunali dell’Unione dei Comuni Valli e Delizie e non è credibile che l’estrazione di idrocarburi nel Mezzano non abbia effetti irreversibili con onerose conseguenze di gestione idraulica sulla subsidenza naturale di un territorio di bonifica altamente fragile come quello dell’Unione dei Comuni e dei comuni contermini, in cui la totalità delle aree interessate si trova altimetricamente al di sotto del livello del mare».