Ferrara, fermato grazie all’uso del taser ma un pezzo gli rimane nella testa
Necessario l’intervento neurochirurgico per rimuovere un frammento di dardo
Ferrara Un pezzo del dardo lanciato da un taser è rimasto conficcato nella testa, in una zona dietro l’orecchio, di un uomo nigeriano verso il quale era stato sparato per poterlo fermare dopo che aveva opposto resistenza, anche con l’uso di violenza, ai carabinieri. E per rimuoverlo è stato necessario un intervento di tipo neurochirurgico.
L’esito di un intervento dei carabinieri effettuato mercoledì pomeriggio porta di nuovo in superficie il dibattito e i dubbi sulla reale sicurezza della pistola a impulsi elettrici, lo strumento che da pochi anni è entrato nella dotazione delle forze dell’ordine italiane – in sperimentazione anche nella Polizia locale ferrarese – come arma non letale utile per fermare persone violente o pericolose o che oppongono resistenza. In questo caso l’intervento – ritenuto perfettamente legittimo – è stato effettuato dai carabinieri nel corso di un controllo in zona Gad, tra via Gustavo Bianchi e via Liuzzo. Qui è stato individuato un uomo di nazionalità nigeriana che ha opposto resistenza al controllo, colpendo anche i militari, che hanno riportato delle lesioni giudicate guaribili in una settimana.
Per fermare e poter arrestare l’individuo – che aveva con sé una pallina di marijuana che ha gettato via – è stato scelto di adoperare il taser. Nonostante i ripetuti avvisi di fermarsi e non andare oltre nella sua azione, l’uomo ha continuato e quando l’arma a impulsi elettrici è stata azionata l’uomo si è mosso e uno dei due dardi sparati – dei fili nei quali passa la corrente e che terminano con una punta a forma di amo – si è conficcato nella nuca, vicino a un orecchio. Una volta fermato è stato portato in pronto soccorso per l’estrazione della punta rimasta sotto la pelle ma un frammento di essa si è staccato ed è rimasto conficcato e questo ha richiesto un più delicato intervento del neurochirurgo per l’estrazione. Il magistrato ha disposto la sua liberazione in attesa della convalida dell’arresto.