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Copparo, alla Berco tornano i licenziamenti. Procedura aperta per 247 esuberi

Alessandra Mura
Copparo, alla Berco tornano i licenziamenti. Procedura aperta per 247 esuberi<br type="_moz" />

L’azienda ha comunicato la decisione «difficile ma necessaria». Bondi (Fiom): «Atto irresponsabile, stanno distruggendo un territorio»

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Copparo Alla Berco di Copparo l’orologio è tornato indietro al 17 ottobre quando per la prima volta l’azienda aveva comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 480 dipendenti. Ieri - dopo quattro mesi di trattative, scioperi, incontri in Regione e al Ministero e la deludente “operazione uscite incentivate” che puntava a 400 esuberi volontari e si è fermata a 153 - un nuovo annuncio dell’avvio delle procedure per i licenziamenti che, se non si raggiungerà un accordo tra le parti, diventeranno effettivi tra 75 giorni.

A cambiare è il numero di lavoratori che l’azienda intende mettere alla porta: 247, esattamente quelli che mancavano al taglio di 400 addetti che l’azienda contava di ottenere offrendo 57mila euro lordi per lasciare il posto di lavoro. «Tale linea di azione unilaterale – si legge nella nota di Berco – si rende necessaria per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda». Motivi che del resto in questi mesi sono rimbalzati e sono stati ripetuti quasi parola per parola in tutte le dichiarazioni del Gruppo: «Berco sta affrontando una significativa crisi strutturale del mercato, in un panorama geopolitico i rapida evoluzione. L’obiettivo primario dell’azienda è quello di assicurare la sua permanenza in Italia e recuperare competitività rispetto a uno strutturale incremento dei costi energetici e a una perdita di fatturato prodotto nei territori interessati dalla guerre. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede decisioni difficili ma necessarie. Sin dall’inizio di questa importante crisi Berco si è impegnata a gestire questo processo in modo socialmente responsabile, e continuerà a farlo. A tal fine Berco ha collaborato attivamente con le parti sociali, i sindacati e il Mimit per ridurre l’impatto sociale del licenziamenti e rinegoziare il contratto integrativo».

La decisione dell’azienda arriva proprio all’indomani della disdetta del contratto integrativo aziendale che scatterà dal 1° marzo, e a ridosso del Tavolo che era stato convocato al Mimit per giovedì 13 febbraio: «Noi ci saremo, e speriamo che ci siano anche i rappresentanti dell’azienda – interviene il segretario generale del metalmeccanici Cgil di Ferrara, Stefano Bondi – Con questo atto unilaterale l’azienda ha dimostrato ancora una volta di agire in modo irresponsabile, distruggendo uno stabilimento storico e impoverendo un intero territorio. Sono stati loro a interrompere la trattativa, e mentre noi chiedevamo tempo hanno cancellato l’integrativo». Già nei primi giorni di gennaio la presentazione del piano industriale non aveva contribuito a rasserenare gli animi, anzi: un piano di corto respiro, appena un triennio, che secondo i sindacati non forniva garanzie di continuità produttiva e di tutela occupazionale.

Da parte sua Berco rivendica di «aver valutato tutte le pozioni per trovare una soluzioni». Tuttavia «si trova ora di fronte alla necessità di procedere unilateralmente entro i limiti previsti dalla legge» e ricorda che la decisione «era già stata comunicata con largo anticipo a istituzioni e sindacati qualora le iniziative concordate non avessero raggiunto gli obiettivi di risanamento». Una scelta «difficile ma essenziale per salvaguardare il maggior numero di posti di lavoro retribuiti sostenibile nell’attuale congiuntura economica. Berco continuerà a esplorare tutte le strade per sostenere i suoi dipendenti in questo periodo difficile».

Da giorni gli operai Berco stanno organizzando scioperi; oggi e domani, giornate dedicate alla sola manutenzione, lo stabilimento è praticamente fermo: «Stiamo valutando le azioni da intraprendere – dichiara ancora il segretario Fiom – Di certo ci saremo all’incontro di giovedì al Mimit, poi vedremo come muoverci». A novembre il pressing sul Governo e la mediazione della Regione avevano prodotto il ritiro dei licenziamenti, ora questa ulteriore corsa in avanti di Berco rimescola di nuovo le carte.

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